Incontro con Oscar Wilde
Un uomo debilitato, disilluso, solo, vittima di un esilio inflitto da coloro che prima l’avevano adorato, in un piccolo albergo nella periferia depressa della Francia del nord. Ogni giorno va a passeggiare lungo le spiagge di Berneval, un paesino vicino a Dieppe, benedicendo la spiaggia deserta, dove non vede mai nessuno, dove il sole non appare mai. E quando non se l’aspetta, quest’uomo, Oscar Wilde, si trova davanti un vecchio amico letterato, André Gide, che è venuto a fargli visita. Le cose non sono più come una volta, anche se occupa le due stanze migliori dell’albergo, anche se si è fatto accomodare con gusto. Perché dopo la galera la vita non può essere quella di prima, perché non si deve ricominciare la stessa vita dopo una cosa così, anche se “la mia vita, prima della prigione si può dire che fosse riuscita per quanto umanamente possibile. Ora è finita”.
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André Gide (Parigi 1869-1951) è stato uno scrittore, saggista, critico francese, premio Nobel per la letteratura nel 1947.
Centrali nella sua opera e nella vita furono la volontà di affermare la libertà allontanandosi dai vincoli morali e la ricerca della verità: essere se stesso accettando l’omosessualità riconciliandosi con la rigida educazione e i valori imposti dalla società dell’epoca.
Ispirato da autori come Fielding, Goethe, Hugo, Dostoevskij, Mallarmé, e amico intimo di Oscar Wilde, scrisse opere che ebbero grande influenza sulla generazione di scrittori successiva – Rilke, Malraux, Sartre, Camus, Barthes ecc. – soprattutto per i temi trattati ritenuti scabrosi secondo la morale del tempo.