Il ristorante degli ordini sbagliati
C’è un posto, si chiama Il Ristorante degli ordini sbagliati e si trova a Tokyo.
Il cliente, prima di sedersi al tavolo, viene avvisato del fatto che tutti i camerieri sono affetti da Alzheimer. Così è consapevole che potrebbe capitare di prenotare un tavolo fuori e, invece, mangiare dentro; o ordinare il riso e vedersi servire il pollo; o, ancora, potrebbe succedere che il cameriere dimentichi di prendere l’ordinazione e si sieda con i clienti al tavolo credendo di essere uno di loro. Potrebbe capitare, insomma, quello che succede nella vita di ognuno, quando ci si aspetta una cosa e, invece, ne succede un’altra, ché “la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”.
Mentre leggevo di questo posto pensavo a come sarebbe diversa la mia vita se la vivessi come un cliente di quel ristorante. Pensavo che, in ogni famiglia, c’è sempre qualcuno che in un dato momento richiede più attenzioni di altri, perché troppo piccolo, troppo vecchio, troppo malato, troppo infelice. Uscendo dal nucleo familiare, la stessa cosa succede nelle microscopiche o grandi comunità delle quali facciamo parte. Allora, pensavo, mi piacerebbe che nel mio comune ci fosse l’officina dei giocattoli mai ricevuti, o il cinema dei film che non si vedono, la formichina dei denti mai caduti, la fontana dove raccogliere i desideri lanciati, e così via. Pensavo, basterebbe guardare dentro il mio piccolo mondo e cercare quella minuscola particella che si nasconde dentro ogni sfiga che non si dibatte quando tutto precipita.
Tutto questo per dire che questa filosofia è perfettamente riassunta in una ricetta che ho letto nel libro Bye bye vitamine: “La ricetta delle patate con agnello scappato” che cucini quando, per l’appunto, hai solo le patate ma nulla ti vieta di pensare che quello che avresti voluto mangiarci insieme, sia riuscito ad avere un destino migliore.

Nata a Monselice (PD) il 03/12/1969, ha studiato a Venezia e vissuto qua e là in giro per l’Italia, cambiando undici città.