Parole e patate

Alfonsina, Pilar, Vladimir e Goran, al contempo vivi e fantasmi, srotolano in successione dei “fermo immagine” del loro vissuto, in un alternarsi sconnesso di presente e ricordi passati del tempo di guerra. Il presente è al sole, lungo il corso e al porto di Fiume (Istria), il passato è nel paesino di Buccari sul fiordo omonimo istriano (Bakar) e sul carso. La guerra, le foibe, e i mutui legami spezzati tra i personaggi si svelano nell’intreccio del racconto tra Madeleine infantili e ricordi terribili.

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