Geografie letterarie è una riflessione scientifica.
Un resoconto meticoloso ma non rigido che si snoda come il sentiero di un viandante all’ascolto delle voci che raccontano il legame tra uomini e luoghi.
Esiste, infatti, un nuovo modo della scienza geografica di osservare il mondo che ci circonda mettendosi sulle tracce della poesia: brancola nella foresta delle parole in cerca di significato il geografo moderno, legge nei taccuini dei poeti lo scorrere degli anni e le vite degli altri e, in queste vite, ritrova se stesso per condividere il senso del proprio tragitto.
È il momento della geografia che si fa letteratura, e viceversa. È la scienza che compie un balzo strabiliante per far dialogare una differenza che è meno estrema di quanto appaia.
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